Nel tempo della scarsità e non dell’abbondanza, il potere della politica non è più assoluto: lo stato come il partito non sono più sovrani e la società, al contrario, ha imparato a operare, in autonomia, come una diffusa rete di scambi che innescano processi di trasformazione senza alcuna gestione dall’alto.

La “politica generativa” agisce come un dispositivo che riconosce il potere di ciascuna persona per rigenerare un nuovo senso di comunità. Una politica che restituisce potere, invece che concentrarlo, recupera sia reputazione sociale sia efficacia nel governo del cambiamento.