Il Volontariato pugliese, in prima linea nella battaglia contro il Covid-19 fin dal primo lockdown di marzo, oggi chiede di essere inserito tra le categorie che devono ricevere il vaccino dopo il personale sanitario e parasanitario.
La richiesta è stata avanzata nei giorni scorsi da Francesco Riondino, Presidente CSV Net Puglia, l’associazione che riunisce i Centri di servizio volontariato della nostra regione, e da Davide Giove, Portavoce Forum regionale Terzo Settore, che insieme hanno scritto una lettera al Presidente Michele Emiliano e all’Assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco.
La missiva si apre ricordando che nel contrasto alla pandemia “i volontari pugliesi stanno facendo la propria parte anche a costo della vita: non è irrisorio il numero dei volontari risultati contagiati, né quello di coloro che sono deceduti per aver contratto il virus nello svolgimento di attività solidali”.
Proprio in nome e in memoria di quei volontari che hanno immolato la vita in uno slancio di solidarietà, il volontariato pugliese chiede oggi al Presidente Emiliano di valutare la possibilità di inserire nel piano di vaccinazioni regionale, fatte salve le priorità da riconoscere legittimamente al personale sanitario e socio-sanitario, nonché alle fragilità a rischio, anche i volontari degli Enti del Terzo settore.
I due esponenti del Terzo settore pugliese ricordano che tale eventualità è già contemplata dal “Piano strategico Vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19” che prevede di inserire “altre categorie di popolazioni, fra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali… qualora venissero identificate particolari categorie a rischio”.
Naturalmente tale misura di profilassi dovrebbe essere adottata in via prioritaria ai volontari che svolgono attività che li espongono al contagio e, inoltre, nelle quali possono diventare loro stessi, se positivi asintomatici, portatori del Covid-19.
Infatti la lettera si conclude sottolineando come “l’utilità e la necessità di vaccinare tutti i volontari, in special modo quelli che operano in ambito sanitario, socio-sanitario e di protezione civile prendendosi cura di quei soggetti fragili verso cui lo Stato non riesce ad intervenire, deriva dal rischio elevatissimo di essere esposti all’infezione da Covid-19 e di trasmetterla a loro volta a soggetti suscettibili e vulnerabili che vivono in contesti sanitari e sociali depressi”.
Se venisse accolta la richiesta del volontariato, la Puglia si allineerebbe alle regioni italiane – Emilia Romagna e Lazio ad esempio – che hanno già inserito i volontari nel piano vaccinazioni.
Select Page