Intorno ai concetti di sussidiarietà, democrazia e volontariato si è sviluppato l’incontro regionale “La nostra storia: esperienze al servizio dei territori. I CSV della Puglia e le Organizzazioni di volontariato si confrontano con le Istituzioni sulla Riforma del Terzo Settore”, organizzato dal Coordinamento dei Centri di servizio pugliesi (Csvnet Puglia), con il patrocinio dell’Università degli Studi di Bari, venerdì 11 settembre a Bari presso la Sala conferenze del Centro polifunzionale dell’Uniba.
Il convegno, molto partecipato, si è inserito in un momento cruciale del dibattito sulla Riforma del Terzo settore, ferma in Senato in attesa che siano esaminati gli oltre 700 emendamenti presentati. Un momento fondamentale per gli enti di Terzo settore e per il volontariato per fare sentire la propria voce di dissenso rispetto alla formulazione della stessa. Un nodo centrale è quello relativo ai 74 Centri di servizio al volontariato (Csv) presenti sul territorio nazionale che offrono gratuitamente servizi a circa 50mila associazioni di volontariato e che sono finanziate con le risorse delle fondazioni di origine bancaria a loro destinate per effetto della legge 266/91, che li ha istituiti.
La Legge, inoltre, stabilisce che la governance dei Csv sia formata da associazioni di volontariato che operano in ambiti provinciali o regionali, sottolineando l’importanza della territorialità per meglio rispondere ai bisogni delle associazioni. “La legge presentata è di carattere omissivo: dice quello che i Centri di servizio non devono fare” afferma Stefano Tabò, presidente nazionale di Csvnet, il quale continua “Se sparisce quel passaggio piccolo ma fondamentale che la 266 porta con sé che dice che le organizzazioni di volontariato gestiscono i Csv, vuol dire che i Csv potranno essere gestiti non dico a prescindere dalle organizzazioni di volontariato, ma che queste potrebbero perdere quella centralità, quella capacità di determinare e di autodeterminarsi, come previsto con lungimiranza dalla Legge 266. Siamo debitori al parlamento che all’unanimità allora, con la 266, aveva espresso questa possibilità concreta di mettere risorse private, quelle delle fondazioni di origine bancaria vincolate ad un beneficio pubblico, insieme ad un movimento sociale che è quello del volontariato, in ottemperanza del principio fondamentale della sussidiarietà. Poche volte la normativa si è espressa in maniera così chiara a decidere che per la tua promozione servi tu stesso volontariato con la tua visione culturale, giuridica, che è una visione politica nel senso ampio, utilizzando come strumento i Csv territorialmente radicati, come è stato in questi anni, per definire un programma tale per cui il volontariato e la cultura della solidarietà stesse di quel territorio possano crescere”.
Significativa la presenza al dibattito del senatore Mario Mauro, componente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, di Francesco Paolo Sisto, componente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, e di Benedetto Francesco Fucci, componente Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, i quali hanno sottolineato le criticità della Legge.
Sono intervenuti all’evento il presidente del Coge Puglia, Giustiniano De Francesco, il portavoce del Forum regionale del Terzo settore,Gianluca Budano, la portavoce del Coordinamento regionale Convol, Rosalba Gargiulo, le associazioni di volontariato e i volontari.