Il Progetto “Netzanet”, ideato dell’associazione Solidaria, per la produzione di passata di pomodoro biologica e a filiera etica, è nato in Puglia, regione tristemente nota per lo sfruttamento dei braccianti agricoli, per rispettare i diritti dei lavoratori e unire immigrati e giovani disoccupati.
Il fine è quello di produrre conserve che da una parte rispettino i lavoratori, dall’altra uniscano due categorie che spesso si tende a mettere l’una contro l’altra: gli immigrati e i giovani disoccupati.
Infatti per la raccolta dei pomodori l’associazione ha scelto di affidarsi a due contadini: Giuseppe, giovane neolaureto precario e Abdul, lavoratore immigrato, che dopo essere stato per anni sfruttato dal caporalato, ora ha un suo piccolo appezzamento di terreno in Basilicata.
Le bottiglie sono tutte materiale da riciclo: barattoli, bottiglie di birra, vasetti, lavati e sterilizzati. La produzione della salsa di pomodoro è del tutto a sfruttamento zero, ecco perchè l’etichetta riporta la scritta “Sfrutta-zero”, come protesta contro il caporalato e ogni forma di abuso sui lavoratori.