Progetto Insieme si può, promosso con i fondi dedicati della regione di Puglia Capitale sociale 3.0., ha preso il via l’8 marzo 2024 e terminerà il prossimo 08 giugno 2025.
Gli esisti del progetto saranno presentati nel corso di un incontro che si terrà giovedì 29 maggio alle 16:00 presso la Tenuta Cantore in C.da Palombaro a Ginosa.
All’evento interverranno:
- Michele Emiliano, Governatore della Regione Puglia,
- Vito Parisi, Sindaco di Ginosa,
- Dania Sansolino, Assessora ai Servizi Sociali del Comune di Ginosa,
- Vito G. Colacicco, Commissario straordinario ASL Ta,
- Angelo V. Serio, Centro Salute Mentale polo Occidentale,
- Vito D. Moretti, Presidente AFaSM APS,
- Carlo Leobardi, educatore,
- Rosa Barone, già Assessora al Welfare – Consigliera Regionale,
- Marco Galante, Consigliere regionale.
Il progetto ha promosso un insieme di pratiche che coniugano l’aspetto imprenditoriale dell’agricoltura biodinamica con un programma di sviluppo orientato ai valori sociali, all’inclusione di persone con fragilità o in situazioni di difficoltà, ad interventi terapici basati sull’armonia dell’ambiente naturale. Ha sviluppato e promosso un nuovo modello di azione che miri all’inclusione socio-lavorativa di persone con fragilità e in situazioni di difficoltà, ha proposto un modello innovativo di produzione casearia e agricoltura sociale che mantiene le sue radici nella tradizione e nei principi della BIODINAMICA, ed infine, attraverso il contatto con la natura le persone hanno usufruito di un benessere psicofisico.
Nel progetto sono stati coinvolti i seguenti attori, un’azienda agricola organizzata secondo un modello che considera il soggetto debole quale elemento del processo produttivo caseario, agricolo e/o che attua/promuove l’inserimento socio-lavorativo. L’associazione AFASM che considera il lavoro caseario, agricolo e/o di trasformazione del prodotto agricolo come luogo ideale di un’esperienza abilitativa, riabilitativa, educativa e formativa rivolta a persone socialmente fragili (in condizioni di difficoltà) e finalizzata a preparare e promuovere la loro integrazione socio-lavorativa attraverso la costruzione o il consolidamento delle loro competenze e della loro capacità di rapportarsi al mondo del lavoro, i Servizi Sociosanitari DSS1 (Distretto Socio Sanitario), ed infine, il CSM (Centro di Salute Mentale polo Occidentale).
L’intero progetto che formalmente era diviso in tre fasi, di fatto, è stato realizzato non seguendo una logica temporale bensì una logica di opportunità dettata dalla esigenza e dalle sensibilità dei partecipanti. Tutto ciò ha risposto a un principio fondamentale e trasversale del progetto che è stato quello di mettere al centro della progettualità le esigenze dei partecipanti.
L’utenza, durante il periodo del progetto, è stata coinvolta in altre attività e manifestazioni organizzate sul territorio.
In tali situazioni è emerso un senso di appartenenza e identità che è stato possibile grazie alle relazioni significative costituitesi durante le attività in masseria, ciò ha permesso che il progetto fosse pubblicizzato oltre ai confini della masseria stessa, in tutta la comunità. Quest’ultimo obbiettivo pur non essendo stato definito in fase progettuale lo si ritiene fondamentale per il benessere degli stessi partecipanti e diventa il motivo per cui lo stesso debba essere ulteriormente migliorato e strutturato in maniera continuativa e sistematica.
Ulteriori obbiettivi raggiuti sono l’affievolimento del peso dello stigma sociale del disagio mentale sul territorio e contestualmente l’emersione del disagio di alcune famiglie nel gestire tale criticità.