L’assistente sociale è ancora oggi l’unica professione di aiuto che porta nella propria definizione l’aggettivo “sociale”. Tuttavia, la dimensione comunitaria del servizio sociale professionale è scarsamente rappresentata, forse trascurata e perfino sacrificata a vantaggio dell’altro livello professionale, quello del case-work. Le cause sono molteplici. Da un lato, l’incessante affanno dell’assistente sociale nella ricerca, in una cronica condizione di emergenza-urgenza, delle “soluzioni” ai problemi dell’utente.
Dall’altro, la storica ed endemica emarginazione delle politiche socio-assistenziali rispetto alle altre politiche del nostro paese, che genera un costante regime di scarsità e insufficienza delle risorse e degli investimenti, a sua volta causa d’incertezza e incostanza dei programmi di lavoro. Il lavoro di assistente sociale è stato centrato soprattutto alla “gestione del caso” e solo raramente ha assunto la dimensione davvero sociale. Eppure la dimensione comunitaria del Servizio sociale professionale più alla lunga, certo, ma inesorabilmente – contribuisce a ridurre il numero di cittadini-utenti e a migliorare le relazioni di aiuto con ciascuno di essi. Questo testo è un invito a scoprire/riscoprire il rilevante ruolo dell’assistente sociale nei processi di prevenzione e di educazione, nell’emancipazione delle fasce più deboli delle comunità, nel rafforzamento delle pari opportunità fra esseri umani…