Il Comune di Taranto, ospita la mostra Giocattoli di là dal mare idee e materiali per leggere l’Africa di Marzio Marzot che sarà, aperta presso il Centro della Cultura per l’Infanzia di Taranto dal 14 al 24 settembre p.v.
La mostra, promossa dalla Fondazione Emmanuel e dal Centro Interculturale Nelson Mandela, sarà aperta dal lunedì al venerdì nei seguenti orari: mattina 9,30 – 13,30 e nei pomeriggi del martedì e giovedì dalle 16,00 – 17,30.
L’esposizione, già ospitata a maggio nel XIII Circolo Sandro Pertini di Taranto, nel quartiere Paolo VI, si sposterà dunque dal 14 settembre nel Centro della Cultura per l’Infanzia: un luogo che guarda ai diritti dei bambini, e tra questi il diritto al gioco. Sebbene sancito dall’articolo 31 della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza che riconosce al “fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività creative della sua età”, questo fondamentale diritto sembra oramai essere negato ai tanti piccoli migranti che ogni giorno fuggono da guerre e sofferenze. Ma malgrado tutto, nonostante la povertà, nonostante le continue violazioni, nonostante le estreme difficoltà, i bambini “di là dal mare” giocano. E creano, costruiscono i giocattoli con la loro fantasia: “quella capacità che hanno i bambini di sognare e di creare dal nulla qualsiasi cosa”.
La mostra, che consta di 100 pezzi tra giocattoli e fotografie, parla soprattutto di questo e permette al visitatore, grande e piccolo, di entrare in contatto e conoscere culture e tradizioni diverse dalle nostre.
Tra i giocattoli – tutti costruiti con materiali poveri – sono presenti le trottole autoprodotte dai bambini di Capo Verde, le barchette e gli elicotteri creati con lattine di bibite e scatolette dai bambini del Burkina Faso. Cartoni, lattine, fil di ferro, scarti di prodotti sono, in questa mostra, giocattoli per attrarre l’attenzione di altri bambini “di la dal mare”.
L’obiettivo è quello di informare e sensibilizzare i visitatori su tanti temi quali l’importanza del riuso e della creatività: quella “povertà che diventa ricchezza creativa, l’eloquente risposta del Sud del Mondo alla desolante desertificazione della fantasia nel Nord del Mondo”. E diventare occasione e pretesto per parlare anche di rapporti economici, di questioni alimentari, di culture e tradizioni.