Alla fine di dicembre CSVnet ha pubblicato il Report sulle attività dei CSV nel 2018.

Ne emerge una “presenza stabile al servizio del volontariato” in ogni area di competenza. In un anno “di passaggio”

in cui la rete dei Csv si riorganizza e si prepara al nuovo ruolo assegnatole dalla riforma del terzo settore. Così appare il 2018 leggendo i dati delle attività annuali appena diffusi da CSVnet.

Il report fornisce solo gli elementi più tangibili, tra i tanti che caratterizzano la presenza dei Centri in tutto il territorio italiano; una presenza che è fatta soprattutto di relazioni e affidabilità.

Alla rilevazione hanno partecipato 60 Csv sui 65 attivi nel 2018; anche per questo motivo sui risultati vengono fatti pochissimi raffronti con l’anno precedente (quando i dati erano riferiti a 70 su 71), oltre al fatto che non si segnalano particolari scostamenti.

Si confermano gli oltre 200 mila servizi complessivi erogati a 48 mila associazioni (e a 62 mila cittadini) negli ambiti della promozione del volontariato, della formazione, della consulenza, della comunicazione, della ricerca e documentazione, del supporto logistico. Il personale retribuito resta attorno alle 800 unità (corrispondenti a 478 a tempo pieno), di cui l’84% con contratto da dipendente, coadiuvato da oltre 1.200 volontari che nell’anno considerato hanno dedicato ben 230 mila ore di lavoro gratuite.

Come già comunicato, i Csv hanno vissuto nel biennio 2018-2019 una profonda riorganizzazione che, in base alla riforma del terzo settore, ne ridurrà il numero a 49 a partire dal 2020. Un processo che però non inciderà sulla diffusione capillare di sedi e sportelli, che nel 2018 restavano vicini a quota 400. Il lievissimo calo registrato in proposito viene più che compensato dall’incremento delle ore totali di apertura delle sedi (anche considerando i soli Csv rispondenti).

Il compito assegnato ai Csv dalla riforma di “promuovere la presenza e il ruolo dei volontari” in tutti gli enti del terzo settore che saranno iscritti al futuro Registro nazionale – allargando quindi sensibilmente la platea di riferimento prima limitata alla sole organizzazioni di volontariato (Odv) – sembra poi essere testimoniato dalle quasi 4.300 iniziative di animazione territoriale realizzate, con un aumento di circa il 30% rispetto all’anno precedente.

Un dato coerente con la crescita rilevante dei soggetti non profit tra tutti quelli che usufruiscono dei servizi dei Csv: l’aumento interessa in particolare le associazioni di promozione sociale (Aps) che passano da 3.900 a 5.650 con un +3% sul totale, le Odv (+1,6%) e le imprese sociali (+0,16%), mentre diminuiscono in modo rilevante gli altri soggetti non profit (-11%). Un dato che evidenzia anche il lavoro dei Csv nell’accompagnare le organizzazioni che lo richiedono nel processo per diventare ente di terzo settore.

Dal punto di vista dei servizi più complessi, va segnalato l’ulteriore aumento di oltre 3.000 consulenze prestate a molti più Ets dell’anno precedente (26 mila contro 21 mila, sempre esclusi i Csv non rispondenti). Nell’area formazione si segnala infine la quasi triplicazione dei corsi sui temi giuridico-legali, da ascrivere ovviamente alle incombenze legate all’entrare in vigore della riforma.

“Il report – commenta il presidente di CSVnet Stefano Tabò – fotografa un sistema che riesce a consolidare e adattare la sua presenza sul territorio anche mentre affronta una riorganizzazione interna non semplice: va infatti sottolineato che non sono ancora concluse le procedure per il nuovo accreditamento e che sono in corso accorpamenti che interessano ben 25 Csv. Le rilevazioni dei prossimi anni daranno pienamente conto della risposta che la rete è in grado di offrire per la crescita del volontariato italiano in base a quanto previsto dalla riforma del terzo settore”.